LA SERLIANA  

                                        Associazione culturale

 

 

Venerdì 22 aprile 2022 (Pomeriggio)

Gli incontri del Venerdì

 

Storia di un colore: Blu

il colore che non c’era

Prenotazione obbligatoria allo 06-452215171

 

«Che felicità nel blu. Non ho mai saputo quanto blu potesse essere blu».

(V. Nabokov, camera oscura, 1932)

"Vedo la Terra. È blu". Con queste parole Y. Gagarin, nell’aprile del 1961, descriveva la terra dallo spazio che, vista da lassù, appare dominata dal colore del cielo e dell'oceano, che le hanno fatto guadagnare il titolo di “pianeta azzurro”.

Solo pochi anni prima, nel 1958, Domenico Modugno vinceva Sanremo cantando “nel blu dipinto di blu / felice di stare lassù”.

Se blu è il cielo in cui sogna di volare Modugno, “sempre azzurro” è il pomeriggio di Paolo Conte e celeste la nostalgia di Riccardo Cocciante.

 

Tante diverse sfumature di un colore - il blu - che di fatto oggi nella nostra cultura è diventato di gran lunga il colore preferito in assoluto. Un colore benefico quasi sempre connesso a valori positivi: dal manto della Madonna, al principe delle favole, agli occhi dei bimbi buoni...

E’ il colore delle bandiere delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea  e compare nel 53% delle bandiere nazionali nel mondo, e, in tutte le sue gradazioni (ceruleo, indaco, elettrico etc.) è il colore più diffuso nell’abbigliamento.

Eppure per molto tempo il blu è stato in Occidente il colore “meno colore” che ci fosse, rivestendo fino al Medioevo un ruolo secondario nella vita sociale e la sua  storia costituisce una esempio interessante ed emblematico di quanto i fattori culturali e ambientali influenzino la nostra percezione cromatica.

Completamente assente nelle pitture preistoriche, fu poco amato anche  dai greci che dai romani, tanto che le parole che oggi lo definiscono – Blu e Azzurro - derivano rispettivamente dall’antico germanico blavus e  l’altra  dall’arabo azureus, e risalgono al Medioevo.  Ed è probabile che ancora una volta uno dei motivi di questo tardivo riconoscimento del blu sia legato alla difficoltò di disporne come materia colorante  e dal fatto che per secoli i pigmenti blu furono rari e costosi,  come il mitico Blu di lapislazzuli.

Sarà proprio la preziosità della materia del blu oltremare di lapislazzuli (appanaggio dei committenti più ricchi) a segnare dalla fine dell’XII secolo una svolta decisiva nell’ascesa del blu da tinta poco usata nell’antichità a tinta tra le più apprezzate e nobili dal Rinascimento e a fare  del blu il principale antagonista del rosso, il colore per eccellenza del mondo antico. Così, mentre le vetrate di Saint Denis e di Chartres si colorano di blu cobalto, il  blu oltremare di  lapislazzulo,  in virtù della sua preziosità,  diventa un colore mariano e reale,  emblema distintivo del manto della Madonna e, dalla fine del Duecento, anche dei re di Francia che adottano come stemma il giglio d’oro in campo azzurro.

Da quel momento l’ascesa del blu sarà irrefrenabile: dal romantico blu  del “giovane Werther” di Goethe, alla tavolozza degli artisti del XX secolo: dal blu che colora di malinconia le opere del giovane Picasso,  al blu che evoca l’idea di infinito  di Kandinsky, a quello dei sogni di J.Mirò.

Non ci resta che immergerci in questo blu! ( T.D.)

 

P.S.: vi informo che gli incontri saranno a numero chiuso e occorre avere il green pass per potervi partecipare. Inoltre per adesso è sospeso il nostro rituale momento del tè per ovvi motivi di prudenza.