LA SERLIANA  

                                        Associazione culturale

 

 

Venerdì 6 maggio 2022 (Pomeriggio)

Gli incontri del Venerdì

Storia di un colore: Rosso

E in principio fu Rosso

Prenotazione obbligatoria allo 06-452215171

 

 

Se si tiene un drappo rosso davanti al toro, questi diventa furioso; il filosofo, invece, va su tutte le furie solo che gli si parli del colore in generale».

 (Goethe)

 

In questi incontri abbiamo imparato che il colore non è solo un elemento percettivo, fisico e chimico, ma si definisce soprattutto come un fatto sociale che assume valori e significati diversi rispetto al contesto storico e culturale. Al riguardo il rosso non è solo il primo dei colori nelle società antiche, ma anche il colore per eccellenza, un colore archetipico.

Eppure anche la storia del rosso è una storia piena di alti e bassi che, alla luce delle sue associazioni concettuali, soprattutto legate al sangue e al fuoco, si carica di sfumature diverse e spesso contrapposte.

Per gli antichi romani il prezioso rosso della porpora distingue il colore del potere imperiale e il vermiglio del cinabro domina gli sfondi delle pitture che decorano le domus.

Nel Medioevo cristiano il rosso è quello del sangue di Cristo, ma anche il colore del drago dell’Apocalisse e del diavolo e, insieme al nero, dell’inferno, il luogo del male dove l’associazione con il fuoco ha solo un valore distruttivo .

Valori negativi che si riflettono anche nelle credenze popolari come quelle che vedevano animali a manto fulvo rossiccio, come lo scoiattolo o la volpe, quali creature inquietanti, o quelle che credevano che le chiome rosse fossero il segno distintivo di persone dissolute e di personaggi negativi, come Caino o Giuda.

Il rosso del potere diventa anche quello della colpa, della punizione e del sangue che sarà versato, una simbologia che si ritova fino all’età moderna.

 

Poi alla fine del Medioevo l’egemonia del rosso comincia a declinare anche sotto la spinta di un temibile concorrente, il blu, il nuovo colore che si imporrà nei secoli successivi. Certo il rosso rimane vivo nella tavolozza degli artisti, da Tiziano a Rubens, da  La Tour a Matisse, così come nel costume.

 

Tra alti e bassi il rosso approda nell’800, dove si fa politico, diventa il colore della rivoluzione: dai moti del 1848 alla comune di Parigi, fino alla bandiera dei socialisti e poi dei comunisti nel XIX secolo.  Nella tavolozza dei maestri della modernità di fine ‘800, di Gauguin come di van Gogh, si carica di una nuova forza espressiva, la stessa che ritoverà vigore nell’arte espressionista dei primi del ‘900.

 

Oggi il rosso, nonostante sia al terzo posto dopo il blu e il verde nelle prefenze degli europei, continua ad essere fortemente presente nella nostra società e continua ad essere il colore del piacere e della seduzione, basti pensare alla ricca gamma di rossi impiegata nell’industria cosmetica per rossetti e smalti, o il successo nel campo della moda del Rosso Valentino o di quello della Ferrari. 

Eppure paradossalmente, pur rimanendo insuperato sul piano simbolico, appare difficile che il rosso recuperi il suo primato nelle preferenze e forse, come scrive Michel Pastoureau, ”Ormai la sua lunga storia  deve essere un fardello troppo pesante per le società odierne, stanche di non creder più ai propri valori e sempre più decise a voltare le spalle al passato, ai propri miti,  i simboli, i colori.   (T.D.)

 

 ( T.D.)

 

P.S.: vi informo che gli incontri saranno a numero chiuso e occorre avere il green pass per potervi partecipare. Inoltre per adesso è sospeso il nostro rituale momento del tè per ovvi motivi di prudenza.